Dalla finestra del mio posto di lavoro vedo la strada.
E’ una strada alberata su entrambi i lati.
Percorrerla d’estate significa fare centinaia di metri sotto un arco di rami e foglie che si
ricongiungono da una parte all’altra della strada.
Un tunnel verde dove i raggi del sole cercano di passare tra il fitto fogliame.
Chi ha la fortuna di andare a fare camminate trova in questa strada una piacevole ombra.
Non so che piante sono, avranno circa una ventina d’anni. Sono cresciute velocemente.
Attraverso il loro colore vedo l’avvicendarsi delle stagioni.
In estate è un tripudio di verdi, poi si passa piano piano al marrone ed infine cadono tutte le foglie.
In inverno si vedono sagome di rami scheletrici proiettati verso il cielo o incrociati ed abbracciati
gli uni con gli altri.
Sulle punte più alte vi sono rari nidi di uccelli. Forse sono quelli delle gazze ladre.
Con le loro livree bianche e nere sorvolano il cielo.
La neve pesante che è caduta la scorsa settimana ha spezzato, tranciato, mutilato,
decapitato tutti questi alberi.
Rami dal diametro di 15,20, 25 cm. e oltre sono crollati in mezzo alla strada oppure penzolavano
tristi con ancora un lembo di corteccia attaccata al tronco.
Un’ apocalisse.
Poi la neve piano piano ha cominciato a sciogliersi ed allora come api industriose ecco apparire uomini attrezzati con forbici, forbicioni, motoseghe. Tutti a tagliare, ridurre e accatastare legna.
E via a caricare furgoni, cassoni, auto. Ognuno si porta a casa il suo gruzzolo.
Come avrei voluto esserci anch’io, essere in grado di portarmi a casa la legna da fare stagionare
per la mia stufa.
Questa è l’altra faccia della medaglia. Il lato positivo dopo il disastro.
brava Loretta
RispondiEliminaanch'io sono una da bicchiere mezzo pieno! Cresceranno altri alberi, la natura spesso provvede meglio dell'uomo.
simonetta