Monumento simbolo della città di Gambettola, nota per la
sua industriosa raccolta di rottami.
Probabilmente tutto cominciò così, con lo straccivendolo che girava
per le strade annunciandosi gridando " stracci, stracci ".
Ero bambina, l'estate quando non c'era scuola, ogni secondo e ultimo venerdì del mese a svegliarmi la mattina era la voce squllante di un anziano che spingendo la sua bici girava tutte le strade: "Stazze, donneeee! Osssi, feri veci, pel de cuneiiii....iiii" (Stracci, donne! (no non comprava anche le donne, cercava solo di richiamare la loro attenzione :-D ) Ossa, ferro vecchio e pelli di coniglio) Sono passati tantissimi anni, quasi cinquanta, eppure quella cantilena la sento ancora nelle orecchie. RispondiElimina
Si, che bei ricordi. Insieme al pescivendolo del venerdì, lo straccivendolo ci faceva correre alla finestra, noi bambini, in casa della mia nonna, a Valdellora, rione di La Spezia...
forse per fare gli oggetti in osso (cucchiai, pettini, spilloni), o forse per ricavare le colle animali, un po' di ossa finiscono anche nel sapone ma in quello prevalgono i grassi... boooh chissà
Io mi ricordo a casa di mia nonna, quando fuori era ancora buio e appena appena a est si intravedeva un barlume di luce, nella piazzetta arrivava lo straccivendolo con la sua lenta cantilena e il suo carretto: "Strasce, strasciaiooooo...". Siamo a Cittiglio, in provincia di Varese! Andavo da lei in estate e poi ho vissuto a casa sua per un anno intero dopo il terremoto del '76 perche a stare a Udine avevo paura... Lo straccivendolo mi svegliava nelle fredde mattine d'inverno, quando mi dovevo alzare per andare a scuola. Che nostalgia!!! Un bacio Francesca
Lo conosco bene questo monumento...abito a pochi chilometri da Gambettola e ci ho lavorato anche diversi anni, quindi durante i miei passaggi in centro mi imbattevo sempre nello straccivendolo. Questa cittadina è famosa per gli stracci e il ferro vecchio, anch'io però ho lontani ricordi di questo tipo... Da bambina, la mattina presto quando ero ancora a letto, nella mia strada risuonava un richiamo e mi sembra fosse proprio quello dello straccivendolo. Ciao, Loretta!
Io non ricordo lo straccivendolo, bensì l'arrotino. Passava per le campagne urlando a voce squillante "arrotino, arriva l'arrotino", poi con il tempo si è modernizzato e sull'ape aveva un bel megafono che spandeva la sua voce ancora più lontano. Mestieri persi lungo la strada del consumismo, forse oggi sono rimasta solo io che porto a rifilare le lame delle forbici e delle falci!
Mestieri antichi che la recessione potrebbe fare tornare in auge. Non ci sono da voi,nei mercati, i banchi dove(opportunamente ripuliti) si vendono indumenti usati? Al mercato,in piazza,gli altri li chiamano oggi "straccisti",sono in aumento come numero e molte persone comprano questi capi a volte chiaramente ex di lusso per indossarli di nuovo, a prezzi irrisori. ..Chiedendo in giro sull'origine di questi materiali mi sono sentita rispondere che sono i materiali che la gente dona per motivi caritativi che vengono reimmessi nel mercato per ottenere fondi da usare(si spera) per motivi caritativi..Il monumento è molto bello e sembra vero...Forse era meglio quando le transazioni sull'argomento avvenivano in diretta!!!Un abbraccio affettuoso,Rita.
A me piacciono tanto queste statue "vere"..
RispondiEliminaMolto suggestivi questi monumenti. Ciao.
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RispondiEliminaEro bambina, l'estate quando non c'era scuola, ogni secondo e ultimo venerdì del mese a svegliarmi la mattina era la voce squllante di un anziano che spingendo la sua bici girava tutte le strade:
RispondiElimina"Stazze, donneeee! Osssi, feri veci, pel de cuneiiii....iiii"
(Stracci, donne! (no non comprava anche le donne, cercava solo di richiamare la loro attenzione :-D ) Ossa, ferro vecchio e pelli di coniglio)
Sono passati tantissimi anni, quasi cinquanta, eppure quella cantilena la sento ancora nelle orecchie.
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Si, che bei ricordi. Insieme al pescivendolo del venerdì, lo straccivendolo ci faceva correre alla finestra, noi bambini, in casa della mia nonna, a Valdellora, rione di La Spezia...
RispondiEliminaCiao Loretta!
Conosco il monumento, il castello la zona industriale e anche Pascucci, il bravo sindaco di Longiano.
RispondiEliminaCiao
Una mia lacunanellaconoscenza della Romagna : andrò a vedere quel monumento!
RispondiEliminaSe resto in silenzio forse lo sento gridare, quello straccivendolo.
RispondiEliminaOssa, raccoglieva anche le ossa come dice Vera? E perchè mai? A che servivano?
forse per fare gli oggetti in osso (cucchiai, pettini, spilloni), o forse per ricavare le colle animali, un po' di ossa finiscono anche nel sapone ma in quello prevalgono i grassi... boooh chissà
EliminaIo mi ricordo a casa di mia nonna, quando fuori era ancora buio e appena appena a est si intravedeva un barlume di luce, nella piazzetta arrivava lo straccivendolo con la sua lenta cantilena e il suo carretto: "Strasce, strasciaiooooo...". Siamo a Cittiglio, in provincia di Varese!
RispondiEliminaAndavo da lei in estate e poi ho vissuto a casa sua per un anno intero dopo il terremoto del '76 perche a stare a Udine avevo paura... Lo straccivendolo mi svegliava nelle fredde mattine d'inverno, quando mi dovevo alzare per andare a scuola.
Che nostalgia!!!
Un bacio
Francesca
Ho anch'io ricordi simili di quando ero bambina… Ti abbraccio, ciao!
RispondiEliminaFlora
Lo conosco bene questo monumento...abito a pochi chilometri da Gambettola e ci ho lavorato anche diversi anni, quindi durante i miei passaggi in centro mi imbattevo sempre nello straccivendolo. Questa cittadina è famosa per gli stracci e il ferro vecchio, anch'io però ho lontani ricordi di questo tipo... Da bambina, la mattina presto quando ero ancora a letto, nella mia strada risuonava un richiamo e mi sembra fosse proprio quello dello straccivendolo. Ciao, Loretta!
RispondiEliminaIo non ricordo lo straccivendolo, bensì l'arrotino.
RispondiEliminaPassava per le campagne urlando a voce squillante "arrotino, arriva l'arrotino",
poi con il tempo si è modernizzato e sull'ape aveva un bel megafono che spandeva la sua voce ancora più lontano.
Mestieri persi lungo la strada del consumismo, forse oggi sono rimasta solo io che porto a rifilare le lame delle forbici e delle falci!
Mestieri antichi che la recessione potrebbe fare tornare in auge. Non ci sono da voi,nei mercati, i banchi dove(opportunamente ripuliti) si vendono indumenti usati? Al mercato,in piazza,gli altri li chiamano oggi "straccisti",sono in aumento come numero e molte persone comprano questi capi a volte chiaramente ex di lusso per indossarli di nuovo, a prezzi irrisori. ..Chiedendo in giro sull'origine di questi materiali mi sono sentita rispondere che sono i materiali che la gente dona per motivi caritativi che vengono reimmessi nel mercato per ottenere fondi da usare(si spera) per motivi caritativi..Il monumento è molto bello e sembra vero...Forse era meglio quando le transazioni sull'argomento avvenivano in diretta!!!Un abbraccio affettuoso,Rita.
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