venerdì 10 gennaio 2014

IL GALLETTO



In questa foto sedevo orgogliosa sul Galletto della Moto Guzzi del mio babbo.
Lui lavorava al porto di Ravenna come facchino e tutte le mattine partiva verso
le 4  dal paese in collina e si faceva 60 e più km per andare tutti i giorni al lavoro
e altri 60 km per tornare a casa alla sera.
Caricava e scaricava in spalla sacchi di cemento dal mattino alla sera , poi riprendeva
il suo motore e se ne tornava a casa.
A casa c’era da fare altro lavoro nei campi fino a notte fonda.
I primi 4 anni della mia vita li ho trascorsi nel ravennate perché mentre mio
babbo faceva il pendolare, mia mamma era a servizio presso una famiglia
e aveva potuto tenermi con sè.
Mio fratello nel frattempo , andando a scuola, restava al paese con i nonni.
Ma nel fine settimana montava anche lui sul Galletto e veniva a trovare
la mamma e me.
Erano anni economicamente difficili ed i miei genitori lavoravano per
poter pagare la piccola casa che avevano acquistato.
( prima del Galletto mio babbo faceva la stessa strada in bicicletta
e nel fine settimana caricava mio fratello sul cannone e ci raggiungevano.)
Mio fratello ricorda che la sua vita a casa con i nonni è stata pesante.
I soldi praticamente non c’erano, mio nonno andava a vendere il latte
dell’unica mucca che avevano, mentre mia nonna vendeva le uova delle galline
per poter comprare la farina.
Penso che su di lui abbia pesato anche la lontananza dai genitori, dalla mamma
in special modo.
La famiglia per la quale lavorava mia mamma era composta solo da giovani
uomini, 3 o 4 fratelli ( non ricordo bene ) tutti attorno ai 20 anni che avevano
perso diversi anni prima la mamma e poi era morto anche il loro padre, suicida.
Erano giovani soli e mia mamma di 15/20 anni più grande, era per loro la sorella
o la madre che non avevano più.
Io sono cresciuta come un giocattolo un po’ scomodo in quella famiglia.
Non ho  avuto rapporti con bambini della mia età se non quando, tornati al paese,
sono andata all’asilo, avevo 5 anni ed ero una disadattata.
Non riuscivo a relazionarmi, me ne stavo per conto mio, mordevo e graffiavo.
Una insicurezza che mi è stata compagna ( e forse lo è ancora ).
E' la mia vita.
Che noia direte voi ! sempre a parlare di passato. 
La prossima volta cercherò di parlare del presente.





16 commenti:

  1. FUTURO
    Ne' passato ne' presente
    pernoi conta solo i futuro.

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  2. A me interessa il passato, il tuo passato, Loretta, perchè rappresenta le fondamente di quel che sei oggi. Non ti "vedo" mordere e graffiare, anzi... sei così delicata e gentile da poterti paragonare a quel bel fiore-campanella che ci hai mostrato qualche mese fa e di cui non ricordo il nome.
    Che bel faccino avevi... credo tu lo abbia conservato.
    Ciao

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    1. Dimenticavo: che vita dura han fatto i nostri genitori e in parte anche noi. Ma eravamo, sapevamo, essere contenti.

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  3. Che bel musino avevi!
    Un bel post, (forse triste) non c'è che dire... il resto te l'ho scritto da me.. so che non è bello ,ma mi sembra brutto ripetermi..
    Un bacione!

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  4. Grandi ricordi in questo tuo post.
    Sereno week end.

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  5. Mordevi e graffiavi..... Un po' gatta anche tu insomma!
    Anche I racconti dei miei genitori sono simili, lavoravano tantissimo in condizioni oggi inimmaginabili. Noi non abbiamo più quella forza, quella resistenza alle avversità. Non so se è un bene o un male. Sono contenta che la nostra vita sia meno dura, questo si. Forse dovremmo soltanto essere più grati per ciò che abbiamo.
    Un abbraccio e buon fine settimana
    Cinzia

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  6. E invece no. Il passato fa parte di noi e non annoia mai.
    E quant'eri carina!!

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  7. Non mi annoiano affatto i tuoi racconti del passato, tutt'altro!!! IForse perché in essi ritrovo tante parti che collimano con i miei ricordi. Forse perché siamo entrambe romagnole e i luoghi, la miseria delle nostre famiglie nel dopoguerra e gli eventi che tu racconti li abbiamo in comune.

    P.S. Eri proprio una graziosa bimbetta!

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  8. O dolce principessa
    che temi d'annoiar
    con i tuoi ricordi
    e d'intristir coi tuoi pensieri
    Io amo il tuo presente
    Il tuo passato
    e tutto quel che eri
    La tua insicurezza
    E lo star per conto tuo
    Mi dan la sensazione
    Che avremmo fatto un duo
    Adesso è un'altra cosa
    Possiedi un bel castello
    È tuo il più bel roseto
    Sei tu la più bella rosa.

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  9. ..i tuoi racconti mi piacciono e sono per me spunto di riflessione.
    Anche la foto è molto dolce: hai un faccino simpatico e furbetto!
    Un abbraccio

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  10. Anche mio zio aveva il galletto e mia mamma ricorda ancora la gioia di quando le aveva fatto fare un giro! Questi tuoi ricordi son bellissimi perchè parlano di radici, le tue preziose radici di bella gattina che mordeva e graffiava perchè era più sensibile delle altre e aveva un gran bisogno di coccole (come la mia gatta Luna) un bacio

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  11. Sono ricordi di un'umanità che si è impegnata per vivere con sacrificio e dignità. Tu e il tuo cagnolino siete due cuccioli deliziosi. Secondo me eri una bambina migliore di quello che pensi!

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  12. Anch'io mi associo ai giudizi positivi: i racconti del tuo passato, anche grazie allo stile di scrittura senza fronzoli, essenziale, sono palpitanti e parlano della vita e dell'anima di persone alle prese con immense difficoltà; e nello stesso tempo ci trasportano in una società lontana, che sappiamo non priva di colpe politiche, ma in cui la ricchezza non aveva portato il livello di degrado e corruzione che conosciamo oggi.
    Ciao, Loretta, grazie per questa nuova bella pagina.

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  13. Gli "Amarcord" son sempre belli,parlano di un mondo lontano milioni di chilometri,la cui semplicità mi manca,non sai quanto..

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  14. Vita grama e difficile per molti,ma ci siamo ancora a raccontare,con un pizzico di nostalgia e senza acrimonia:così era e ci si adattava.Perché poi non ricordare il passato?ci aiuta a superare tante cose e guardare al futuro .Si parte per arrivare oltre,ma la strada bisogna farla,tutta.Scusa se sono entrata così,a casa tua.l

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Grazie per aver condiviso un pò del vostro tempo con me.