Il mio Natale 50 anni fa era improntato alla tradizione.
La tradizione contadina dei miei genitori, con poca cultura e ancora meno soldi.
Il giorno della vigilia di Natale era dedicato alla preparazione di un pasto senza carni.
A casa mia di rito si mangiava il riso in brodo con il cece che era stato messo a mollo
la sera prima e come secondo del baccalà al forno.
Se penso a quello che costa oggi il baccalà ( mi dicono che costa abbastanza )
mi viene da pensare che 50 anni fa fosse considerato un pesce per poveri visto
che si trovava sulla mia tavola.
Nella stessa giornata si preparavano i cappelletti da cuocere nel brodo il giorno di Natale.
La mia mamma li contava, tutti i piatti dovevano avere lo stesso numero di cappelletti,
erano 10 o 12 a testa , dipendeva dalla grandezza con cui erano stati chiusi.
Perchè la chiusura dei cappelletti era un'arte. Più erano piccoli e più erano perfetti.
Io ero quella che rompeva sempre la sfoglia durante la chiusura, per mia mamma
ero negata ( parole profetiche, ma hanno anche inibito la mia passione per la cucina ).
Mio nonno era contrario a quelle minuterie, lui diceva che un cappelletto gli doveva
riempire la bocca.
Non ricordo ci fossero dolci a fine pasto, il panettone è arrivato molto più tardi.
Ricordo una marca di nome Pineta.
In un angolo della cucina c'era un bidone di latta, pieno di terra di campo, nel quale
era stato infilato un ramo di cipresso che mio babbo aveva divelto da una delle piante
che fiancheggiavano la strada che portava al paese
Era il mio albero di Natale con il suo profumo di resina.
Ai rami erano state appese delle noci, delle monete color oro di cioccolato, delle
deliziose bamboline di zucchero.
Che bel ricordo, e quanto amore da parte dei miei genitori, persone poco loquaci,
soprattutto mio babbo, che però avevano il pensiero di fare un albero di Natale.
Grazie.
In questi ultimi anni il giorno di Natale lo trascorro da sola.
E ' una mia scelta.
Mi ritrovo che corro fino alla sera della vigilia per andare a portare auguri a destra e
a manca ed allora il 25 dicembre voglio essere libera.
Libera di pensare, di ricordare, di pregare, di meditare, di mangiare quello che mi va
senza dover rispettare nessuna ricca tradizione culinaria, di accendere la mia stufa,
di accendere le mie candele e niente altro. Niente televisione, niente radio,
solo io ed i miei gatti.
E allora Buon Natale a tutti voi amici vicini e lontani, che possiate trascorrere
queste giornate di festa come più vi piace., quello che vi auguro è che stiate bene e
siate sereni.