mercoledì 7 ottobre 2015

LIBRI PER BAMBINI ( 3 ) ????


I bambini cercano di tirarsi fuori le idee dal naso

61 Greguerias

di Gomez De La Serna Ramon




Gómez de la Serna, nato a Madrid nel 1888 e morto a Buenos Aires nel 1963, creò per la prima volta nel 1910 la “gregueria” (in spagnolo si scrive greguería con l’accento sulla i), scrivendone migliaia nel corso della sua vita.
Molti lettori non riescono a comprendere che cosa significhi “gregueria“. Credono che sia a una massima, un pensiero filosofico, un motto di spirito. Pensano di trovarsi davanti a una riflessione morale, avente un carattere universale e sentenzioso. E siccome non trovano nulla di tutto questo, vedono la “gregueria” come una sfida al buon senso, un paradosso fine a se stesso. Alcuni la scambiano per una barzelletta o una facezia, altri per una metafora poetica, altri ancora per un calembour di immagini.
In realtà è più semplice definire la gregueria (che in spagnolo vuol dire “schiamazzo”, “parlottio”, “trambusto”) come ciò che non è. La gregueria non è un luogo comune, non è mai ovvia. Come scrive Gómez de la Serna, “non deve somigliare a nulla che sia stato già detto“. La gregueria è una immensa galassia popolata da miriadi di oggetti accostati per accumulazione o mediante associazioni inusitate e fulminanti. Gli ingredienti di questo processo sono stati indicati da Gomez attraverso la famosa associazione Metafora +Umorismo = Gregueria. Anche se il binomio non è sufficiente a spiegare tutte le greguerias
In queste metafore visive e giochi di parole con tocchi di umorismo e, a volte di assurdo, c’è sempre un elemento di sorpresa per il lettore. Ecco alcune delle greguerias più famose, pubblicate nel 1993 in un delizioso libriccino edito dalla Biblioteca del Vascello (la traduzione in italiano è di Danilo Manera):
Il sogno è un deposito di oggetti smarriti.
Nell’elenco del telefono siamo tutti esseri microscopici.

Ci sono cieli sporchi in cui sembra che siano stati sciacquati i pennelli di tutti gli acquarellisti del mondo.
L’arcobaleno è il nastrino che si mette la natura dopo essersi lavata la testa. 

Il foglietto del calendario ci consola perchè il suo 7 o il suo 22 ci sono noti da moltissimo tempo. Che spavento se invece apparisse il giorno numero 30.117 della nostra vita!
I baci sono come francobolli: ce n’è che si attaccano e altri che non prendono.
Che tragedia: invecchiavano le sue mani e non invecchiavano i suoi anelli.
L’acqua non ha memoria: per questo è così limpida.

Le spighe fanno il solletico al vento.
Gli zeri sono le uova da cui sono nate le altre cifre.


Catalogo: ricordo di ciò che si scorderà.


Il neonato saluta se stesso dando la mano al proprio piede.
Nelle macchine da scrivere sorride la dentiera dell’alfabeto.
Le costole servono per ubicare i dolori: “Mi fa male tra questa e questa”
Quando il treno parte mentre siamo affacciati al finestrino, rubiamo addii che non sono per noi
L’acqua si scioglie i capelli nelle cascate.
tutto tratto da :
http://aforisticamente.com/2010/02/25/ramon-gomez-de-la-serna-428-greguerias-inedite/
Nonostante abbia trovato questo libro collocato in mezzo a quelli per bambini,
mi sembra un pò più da grandi, certe frasi devo leggerle due volte per afferrare
il senso! 

2 commenti:

  1. Simpaticissimo già dal titolo questo libro! Leggendo queste "greguerie" mi è subito venuto in mente un altro scrittore che amava giocare con le parole, rovesciandone i significati: Rodari. Di queste frasi di Gomez me ne sono piaciute molte, tra cui l'ultima, poetica, e quella sull'elenco telefonico. Grazie per la recensione e buon mercoledì sera!

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