sabato 12 gennaio 2013

LE VITE DEGLI ALTRI

Lei, la più grande di otto figli, era cresciuta a fatica e sudore.
Il pane era poco e raccontava che in casa si cuocevano acqua e farina
su un fuoco di erbe secche e paglia.
A 21 anni era vedova, aveva avuto un figlio morto dopo due giorni ed un
altro che ad 1 anno era già orfano di padre.
Aveva continuato a vivere con i suoceri che avevano perso l'unico figlio
maschio.
Lui, era il più piccolo di quattro fratelli.
Solo quattro, perchè i genitori erano morti entrambi
a distanza di un anno l'uno dall'altro quando lui aveva quattro anni.
Era stato cresciuto dagli zii insieme ai fratelli.
Era stato in guerra e prigioniero per mesi e mesi in Albania.
Quando era tornato non aveva più trovato il cugino, morto per problemi
cardiaci a soli 33 anni.
I fratelli si erano sposati ed in quella casa erano rimasti gli zii ed una vedova
con un bambino piccolo.
Aveva lasciato una donna prima di andare al fronte che lo aveva aspettato.
Ma con il passare degli anni il dovere aveva prevalso sull'amore.
Per mantenere unita quella famiglia che lo aveva cresciuto, nel lontano 1952
sposò la vedova e si fece carico di crescere il figlio di suo cugino.
Nel 1957 sono nata io, non figlia dell'amore, ma dell'impegno e del dovere.

15 commenti:

  1. Mi sono commossa parecchio a questa bella e dolorosa storia.
    L'Amore c'era ed è toccato tutto a te, Loretta. So poco di te e sto imparando a conoscerti ora... ma lo leggo, lo sento, lo trovo in ogni tuo post. Sono proprio contenta d'averti conosciuta.

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  2. Si vede che se l'amore non l'hai sperimentato da piccola, ma mi pare difficile, è impossibile e contronatura non amare i bambini, comunque da qualche parte l'hai tirato fuori, perché nei tuoi post ce n'è in abbondanza.Un abbraccio forte.

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  3. Credo che a te l'affetto non sia mancato quindi non ci penso,
    penso piuttosto all'uomo che si costringe ad "amare" una donna
    perchè crede che sia il suo dovere.
    Non era suo dovere, ma quest'uomo aveva una sua etica e nel rispetto di quella ha legato tutta la sua vita ad una donna
    procreando figli come fossero anelli che rinforzano una unione che avrebbe potuto spezzarsi.
    Ammiro commosso l'altissimo rispetto che quest'uomo aveva di se.
    se te ne avesse trasmesso un minimo ci sarebbe da essere più che orgogliosi.

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  4. Figlia dell'impegno e del dovere.. ma chissà che anche questa non sia un'altra forma di amore ? un amore differente, certo, ma pur sempre amore ?? e poi i figli "dell'amore" cosa sono quando quell'amore che li ha generati finisce, come spesso succede oggi ?? boh, sono domande che mi faccio anche io..
    un bacio e buon fine settimana:)))

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  5. Sto (ri)leggendo "L'arte di amare" di E. Fromm. Come dice lui, amare è una facoltà che si può imparare. Forse anche per impegno e dovere. Non credo che sia questo meno amore.

    Un abbraccio
    Cinzia

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  6. Almeno credo che l'affetto non ti sia mancato...anche a me fa pensare quel "dell'impegno e del dovere", forse perché son nata in altri tempi, non so. Chissà la donna che aveva aspettato...per nulla? Comunque uno spaccato di vita come forse ce n'erano tanti all'epoca. Buona domenica, Arianna

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Tranquilli, non sono nata da un'unione d'amore,
    ma appena mi hanno vista ( 4 Kg) si sono tutti
    innamorati di me. :-)

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  9. La densità di ordinario dolore, e allo stesso tempo di altruismo, che c'è nella storia della tua esistenza, è davvero impressionante, anche cercando di fare mente locale a tempi lontani, molto più culturalmente che cronologicamente.
    Grazie di averla raccontata, mettendo sicuramente a tacere la voce della timidezza e i reclami di un superfluo pudore.
    I tuoi affezionati amici di tastiera sono ora più che mai conquistati.

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  10. Una storia di vita commovente, coinvolgente e, anche se non scaturita dall'amore, piena d'amore, perché anche impegno e dovere sono una forma amore.

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  11. E non potevano non innamorarsi di te!
    Sei una forza della natura. Ogni parte di te emana una straordinaria sensibilità ed una immensa voglia d'amore.
    Io credo che nessuno di noi sia figlio dell'amore ma solo e semplicemente di un atto sessuale.
    L'amore non si da e non si riceve nè col sangue nè con il dna.
    L'amore è tante cose. E' aprire se stessi al creato come fai tu così come un fiore si schiude al sole che nasce.
    Che belle persone si incontrano sui blog!
    Ciao principessa.

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  12. Certamente ,se non l'amore folle e appassionato,ci doveva comunque essere affetto...A Bologna,soprattutto fra i non più tanto giovani,non si dice praticamente mai "Ti amo"..è un'espressione troppo forte per noi,che abbiam visto spesso solo nei films e che ci imbarazza....Anche se si sarebbe disposti a morire l'uno per l'altra,difficilmente riusciresti a tirarci fuori di più di un "ti voglio bene",ma non credo sia una cosa così grave..

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  13. L'Italia di un passato recente pullula di storie che odorano di miseria, sacrificio, maniche rimboccate, fatica, responsabilità e di quel "mesto odore di religione" di cui parla Guccini nella sua "Piccola città".

    Sono storie piccole e timide, non amano apparire, ma quando trovano chi sa prenderle per il verso giusto danno dei punti alle storie ambientate nella Londra di Dickens o di Oscar Wilde, nella New York di Woody Allen, nella San Francisco di Ferlinghetti.

    Come in questo caso.

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  14. letto con la curiosità di chi ama la storia e apprezzato col cuore....
    A presto

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Grazie per aver condiviso un pò del vostro tempo con me.